martedì 11 giugno 2013

Stroia di Lipari-Isole Eolie

Le sette isole Eolie sono solo la parte emersa di imponenti apparati vulcanici che formano l'arco vulcanico eoliano di forma quasi semicircolare. Questa complessa struttura geologica, lunga circa 200 km, comprende, oltre alle isole emerse, anche cinque vulcani completamente sottomarini: Eolo, Enarete e Sisifo ad occidente di Alicudi e Lametini ed Alcione a nord di Stromboli. Lipari, la maggiore isola dell'arcipelago, è la porzione emersa di un grande apparato vulcanico.

Cave di Pomice a Lipari
In antichità era già nota col nome Lipara (Λιπάρα, da λιπαρός in greco antico, che significa grasso, untuoso, e per estensione brillante, ricco e fertile). Pure in antico, fu chiamata Milogonide o Meligunide (Milogonis o Meligunis, Μελιγουνίς).


La vita sembra  iniziare nel Castello di Lipari ,  un enorme masso di roccia vulcanica che si protende nel mare con pareti dirupate e che forma due piccole insenature adatte ad un ricovero portuale: la Marina Lunga a nord e la Marina Corta a sud. È una vera fortezza naturale e certo per questa ragione fu sede degli abitati del tardo neolitico e dell'età del bronzo e fu più tardi l'acropoli della città greca, romana e medioevale nonché la fortezza dell'epoca spagnola.

forgia vecchia
monte pelato visto dal mare
Durante il Neolitico le isole Eolie conobbero un periodo di floridissima civiltà la cui fonte fu proprio lo sfruttamento dell'ossidiana cioè di quel "vetro" vulcanico eruttato dai crateri della Forgia Vecchia e di Monte Pelato nell'isola di Lipari. l'ossidiana era un prodotto assai ricercato prima che si sviluppasse la metallotecnica. Lavorata nei villaggi e nelle capanne sparse un po' ovunque, ridotta a lame regolari molto taglienti, essa era largamente esportata non solo verso la Sicilia e l'Italia meridionale ma probabilmente anche verso regioni molto più lontane del Mediterraneo centrale


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